Il deserto intorno è un libro fotografico dedicato ai profughi Saharawi, uno sguardo aperto sulla vita nei campi avvolta nel silenzio spesso assordante della comunità internazionale, silenzio che crea come un deserto intorno alla loro lotta e alla loro esistenza. In pochi conoscono questa causa, anche se migliaia sono state le foto scattate, le storie raccontate, gli articoli scritti e i libri pubblicati in circa quarant’anni di resistenza. Così come migliaia sono stati i sogni spezzati, i diritti calpestati, le promesse non mantenute.
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L’esilio dimenticato del popolo Saharawi “Il Deserto Intorno”: le foto sono state realizzate nei campi profughi di El Ayoun, Smara, Ausserd, Dakla, Rabouni e descrivono la fatica, l’orgoglio, la speranza, la lotta, le tradizioni di migliaia di donne, giovani e anziani che vivono da rifugiati nel deserto dell’Hammada.
Dal 1974 centinaia di migliaia di Saharawi trovarono rifugio attorno a Tindouf, città a sud-ovest dell’Algeria, per sfuggire all’occupazione marocchina. Questa zona del deserto del Sahara, conosciuta anche come “il giardino del diavolo”, è uno dei luoghi più ostili della terra, una distesa di pietre e sabbia, priva di acqua e di vegetazione.
Qui vivono ancora oggi, in haimas e case costruite in mattoni di sabbia, circa 200.000 Saharawi segnati da un clima avverso, con temperature che in estate superano i 50 °C e in inverno, la notte, scendono sotto lo zero. Una vita resa possibile dagli aiuti umanitari internazionali, nell’attesa di poter ritornare nella propria terra, nella speranza di riconquistare la propria libertà e far sì che questa causa non diventi una delle tante vicende perse nei gorghi del mondo.
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Oltre a raccontare la vita nei campi profughi nel sud ovest dell’Algeria, questo libro vuole riportare l’attenzione sulla drammatica situazione dei Saharawi, attraverso le testimonianze di Elghalia Djimi, vice presidente dell’Associazione Saharawi per le vittime delle violazioni dei diritti umani commesse dallo stato del Marocco (ASVDH), e di Abdeslam Omar, presidente dell’Associazione delle famiglie dei prigionieri e desaparecidos Saharawi (AFAPREDESA).
, nata nel 1989 come risposta civile e non violenta alle continue violazioni dei diritti umani perpetrate dal governo marocchino nei confronti dei Saharawi. La fotografia, così, diventa non solo un mezzo per informare e sensibilizzare, ma anche uno strumento per coinvolgere attivamente in iniziative concrete e solidali.
Il libro, nato dalla collaborazione con Arci e Arcs (Ong dell’Arci), sarà pubblicato ad Giugno 2015.
Autori:
Foto di: Giulio Di Meo
Introduzione di: Giulio Di Meo e Valentina Roversi
Testi di: Marisa Rodano, Stefano Vaccari, Elghalia Djimi, Abdeslam Omar, Fatima Mafoud.
Per saperne di più, visitate il sito www.giuliodimeo.it o scrivete alla casella email info@ giuliodimeo.it