Domenica 13 marzo 2016, alle ore 11.00, presso la Sala degli Angeli del Maschio Angioino di Napoli, si terrà l’inaugurazione della mostra e la presentazione del libro “Il Deserto intorno”. Interverranno il Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, il Presidente dell’Associazione Chicco d’amore, Filiberto Molese, la rappresentante in Italia del Fronte Polisario, Fatima Mafoud, il fotografo e autore del libro, Giulio Di Meo.
La mostra e l’incontro sono organizzati dall’Associazione Chicco d’amore, in ricordo di Francesco e Consuelo, nata per promuovere progetti di sensibilizzazione e per sostenere coloro che vivono situazioni di profondo disagio, avendo tra i principi ispiratori la libertà e la sacralità dei diritti civili e umani.
Il Deserto Intorno è un libro fotografico dedicato ai profughi Saharawi, uno sguardo aperto sulla vita nei campi avvolta nel silenzio spesso assordante della comunità internazionale, silenzio che crea come un deserto intorno alla loro lotta e alla loro esistenza.
Le foto realizzate nei campi profughi di El Ayoun, Smara, Ausserd, Dakhla, Rabouni descrivono la fatica, l’orgoglio, la speranza, la lotta e le tradizioni di migliaia di donne, giovani e anziani che vivono da rifugiati nel deserto dell’Hammada.
Dal 1975 centinaia di migliaia di Saharawi trovarono rifugio attorno a Tindouf, città a sud-ovest dell’Algeria, per sfuggire all’occupazione marocchina. Questa zona del deserto del Sahara, conosciuta anche come “il giardino del diavolo”, è uno dei luoghi più ostili della terra, una distesa di pietre e sabbia, priva di acqua e di vegetazione. Qui vivono ancora oggi, in haimas e case costruite in mattoni di sabbia, circa 200.000 Saharawi segnati da un clima avverso, con temperature che in estate superano i 50 °C e in inverno, la notte, scendono sotto lo zero. Una vita resa possibile dagli aiuti umanitari internazionali, nell’attesa di poter ritornare nella propria terra.
Il libro è nato dalla collaborazione con Arci e Arcs (Ong dell’Arci) ed è stato pubblicato a Giugno 2015. Parte dei ricavati di questa pubblicazione saranno destinati a sostenere le attività dell’Associazione delle famiglie dei prigionieri e desaparecidos Saharawi (AFAPREDESA), nata nel 1989 come risposta civile e non violenta alle continue violazioni dei diritti umani perpetrate dal governo marocchino nei confronti dei Saharawi. A gennaio 2016 sono stati donati i primi 3mila euro asostegno dell’Associazione. La fotografia, così, diventa non solo un mezzo per informare e sensibilizzare, ma anche uno strumento per coinvolgere attivamente in iniziative concrete e solidali.
Giulio Di Meo (Capua, 1976) è un fotografo italiano impegnato da più di dieci anni nell’ambito del reportage e della didattica. Crede nella fotografia come strumento per informare e denunciare, come mezzo di cambiamento personale, sociale e politico.
La mostra sarà aperta al pubblico dal 12 al 17 marzo.
Non dobbiamo lasciarci intimidire dall’ordine di grandezza della sfida che abbiamo di fronte. Arrendersi al presente, è il modo peggiore di costruire il futuro.
Tom Benetollo