Verso il XVIII Congresso Nazionale Arci, il 6 ottobre si terrà l’Assemblea del Comitato Provinciale Arci Napoli. Per l’occasione abbiamo intervistato il presidente Mariano Anniciello.
Quali prospettive di lavoro avete elaborato per il prossimo mandato del Comitato provinciale?
Sicuramente la continuità su due temi fondamentali: diritti civili, diritti sociali e la pace. Li portiamo avanti concretamente con i servizi che offriamo alle persone sia in termini di contrasto alla discriminazione, all’odio, al razzismo sia in termini di attività, iniziative culturali. Napoli è sempre di più un punto di riferimento per tutto il Mediterraneo. L’altro elemento fondamentale è la pace: bisogna attivarsi nella costruzione di rapporti internazionali con altri attivisti e attiviste in giro per il mondo, costruire ponti di pace, anche se oggi sembra così difficile, lavorando con le istituzioni del territorio e con i movimenti internazionali.
Infine bisogna dare centralità ai nostri circoli, recuperare quelli storici, fare sviluppo associativo. Far sì che la famiglia Arci possa sfruttare al meglio le opportunità della Riforma del Terzo Settore, un passaggio storico importante.
Come ha influito il periodo di pandemia sulle esigenze e le richieste dei circoli? In che modo incentivare le adesioni e promuovere i valori Arci?
Il periodo di pandemia è stato una svolta epocale: le associazioni sono state costrette ad usare nuovi strumenti e forme di socializzazione e comunicazione. Per raggiungere le proprie basi, la comunità, i circoli si sono dovuti necessariamente modernizzare negli strumenti della comunicazione politica e sociale.
Il terzo settore paga ancora le conseguenze nella riorganizzazione lenta della fase aggregativa. Ha pagato tanto ma è stato il protagonista assoluto: senza, tanti bisogni di cittadini e cittadine non sarebbero stati ascoltati. Bisogna riorganizzarsi, insieme, forti di questo protagonismo e della consapevolezza del nostro ruolo all’interno della società.
A quali priorità la nostra associazione dovrà puntare nel prossimo periodo?
In un momento in cui c’è una divisione anche geopolitica e internazionale sui temi dell’inclusione, la lotta alle discriminazioni, delle politiche di genere, l’Arci ha il diritto e il dovere di avere una comunicazione chiara sulla difesa e la tutela dei valori fondamentali della nostra Costituzione repubblicana e antifascista, la difesa del valore della pace, dell’uguaglianza, della libertà e della solidarietà sociale.
Questo vuole dire portare avanti ciò che l’Arci ha sempre fatto: aggregazione sociale, servizi di prossimità, servizi di sussudierità orizzontale, essere intermediario con le istituzioni locali, nazionali e internazionali, far crescere la rete.
Siamo in un momento di cruciale importanza sia per l’Italia che per l’Europa e l’Arci deve essere assolutamente protagonista.
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