Il 12 Giugno il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Salerno Emiliana Ascoli ha convalidato la richiesta di 26 rinvii a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata (minacce, percosse) e continuata a danno di 208 immigrati tra Campania, Calabria e Basilicata. Grazie all’atto di coraggio di cinque marocchini, assistiti dall’Arci e dall’avvocato Liana Nesta, è emersa un’organzzazione criminale operante tra il Marocco, la provincia di Salerno, la Basilicata e la Calabria, che avrebbe venduto ai migranti falsi posti di lavoro, approfittando della loro situazione di vulnerabilità, chiedendo dai tremila fino ai dodicimila euro, a secondo che il malcapitato si trovasse già in Italia oppure no.
Truffa, minacce, percosse a danni di immigrati colpevoli solo di voler lavorare regolarmente nel nostro paese. Si ipotizza che il giro, organizzato da faccendieri italiani e marocchini, commercialisti e vari professionisti tra la Campania e la Basilicata, abbia truffato più di duecento immigrati.
L’Arci, da sempre a fianco dei lavoratori immigrati attraverso l’assistenza materiale, il sostegno linguistico, l’orientamento al lavoro, la tutela dei diritti, denuncia come questa inchiesta scopra finalmente la punta di un iceberg enorme, che attaglia nella morsa della criminalità e dello sfruttamento non solo i migranti ma anche l’economia ed il tessuto civile del meridione d’Italia.
L’Arci di Salerno si è costituita parte civile per continuare l’opera di promozione e difesa dei diritti dei migranti, di lotta per la legalità, per il riscatto dei più deboli.