Appello per il regista Keywan Karimi

Arci e Ucca si associano alla campagna internazionale a sostegno del giovane cineasta curdo iraniano Keywan Karimi imprigionato per il suo film Writing on the City che racconta i cambiamenti politico-sociali dell’Iran attraverso i graffiti e le scritte sui muri di Teheran dalla Rivoluzione del 1979 ai giorni nostri.

La sua vicenda giudiziaria inizia nel 2013 quando viene arrestato e confinato in isolamento nella prigione di Evin. Gli vengono confiscati computer, hard drives e il materiale d’archivio. Durante le due settimane di prigionia viene ripetutamente interrogato. Sotto accusa sono alcune immagini del film, concesse dall’archivio nazionale di Teheran, girate durante gli scontri del 1979 e del 2009.

Il 26 dicembre è rilasciato su cauzione.

Il film inedito sul quale Karimi stava lavorando da 3 anni viene cancellato. Dopo varie udienze in tribunale, il 13 ottobre 2015 la sentenza della Corte Islamica Rivoluzionaria: 6 anni di prigione e 223 frustate per propaganda contro il regime e insulto alla santità dell’Islam. Gli è stata comminata la pena massima per un film che nessuno ha visto: Karimi ricorre in appello.

Il 21 febbraio 2016 la pena viene ridotta a un anno di carcere, 223 frustate e una multa di 20 milioni di rial (circa 600 euro) con sentenza definitiva.

Keywan è stato arrestato il 23 novembre 2016 ed è attualmente detenuto nella prigione di Evin a Teheran. Le sue condizioni di salute sono critiche ma le autorità iraniane hanno negato il permesso per il trasferimento in ospedale. Pochi giorni fa è stato aggredito in carcere da altri detenuti. Ha riportato lesioni gravi ma ancora una volta le autorità non hanno consentito l’ospedalizzazione.

Amnesty International ha lanciato una nuova azione urgente per chiedere che Keywan abbia accesso alle necessarie cure mediche.

Il film Writing on the City, prodotto nel 2012 dall’Università di Teheran e completato nel 2015, è proiettato in anteprima mondiale quattro mesi dopo la prima sentenza, il 12 febbraio 2016, al Punto de Vista, International Documentary Film Festival of Navarra, dove vince una Menzione Speciale. Da allora è stato proiettato in oltre 20 festival in tutto il mondo.

Il suo ultimo film Drum è stato proiettato in anteprima mondiale alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia lo scorso settembre.

Intanto continua incessante l’appello della comunità internazionale, del mondo del cinema, del giornalismo, di associazioni per chiedere la sua scarcerazione.

Anche Bernardo Bertolucci, Roberto Benigni e Nicola Piovani hanno aderito alla campagna.

È stata presentata un’interrogazione parlamentare all’allora Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni per sapere se l’Italia ha intenzione di compiere i necessari passi diplomatici per il rilascio di Karimi. 45 europarlamentari di varie nazionalità e gruppi politici hanno firmato una petizione per Karimi.

La campagna per liberare Keywan Karimi continua. Dall’incarcerazione del regista sono state organizzate proiezioni in Italia, Francia, Belgio e Svizzera per chiederne la sua scarcerazione.

Per firmare l’azione urgente di Amnesty International:  https://www.amnesty.org/en/documents/mde13/5557/2017/en/

Per sostenere la campagna Un graffito per Keywan Karimi sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/Writing-on-the-City-Graffiti-for-Keywan-Karimi-939633189415718/?fref=ts

e su Twitter

https://twitter.com/freedomforkeywa/status/827080850068164608

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