Abbiamo bisogno di Arci in questa provincia: abbiamo bisogno di stare sul pezzo nella quotidianità, di luoghi di cui riappropriarci, dell’Arci che negli anni ’80 organizzava il concerto di Lou Reed; abbiamo bisogno soprattutto di ridare una casa e un senso di partecipazione ai tanti giovani che sono sul territorio ma anche fuori, perché possano tornare e insediarsi dove c’è ancora qualcosa da vedere, difendere, fare. Con l’augurio che un domani ogni comune irpino possa avere almeno un circolo Arci.
Questa la sintesi della giornata di oggi, in cui l’Arci Avellino è andata a congresso ed ha eletto come suo nuovo presidente Stefano Iandiorio, il consiglio direttivo e votato lo statuto e il documento congressuale, ambizioso – come riportato da più voci – ma che nasce realmente dal basso e si fa portavoce dei tanti bisogni del territorio, “di cui dobbiamo farci carico – spiega la presidente nazionale Francesca Chiavacci intervenuta a salutare il comitato nascente – possiamo dire la nostra solo se radicati sul territorio.
Non siamo un movimento di opinione, dobbiamo avere ben chiaro il tema dell’identità sul territorio e della ricostruzione dei legami di comunità. Per alcuni territori lo sforzo è ancora maggiore: sentir parlare di una terra che ha tante potenzialità non sfruttate, e che comunque in tanti a malincuore devono lasciare, è un tema che non possiamo sottovalutare. Agire è avere persone che si assumono responsabilità”.
“Da soli non si va da nessuna parte. Le sfide sono tante e avremo tanto da lavorare. Sarà mia cura stare vicino ad ogni circolo, con il contributo dell’Arci regionale e provinciale, che riporti l’entroterra ad avere quella resilienza che ha sempre avuto, dal terremoto in poi” ha concluso il neoeletto presidente Stefano Iandiorio.