Il progetto di legge del Governo sull’autonomia differenziata crea un’Italia di serie A e di serie B, generando una spaccatura tra il nord e il sud del Paese.
Come scrive lavoce.info: Con “autonomia differenziata” (articolo. 116 Cost.) si intende la possibilità che le regioni a statuto ordinario possano ottenere competenza legislativa esclusiva su materie che la Costituzione elenca invece come “concorrenti” o, addirittura in tre casi, di esclusiva competenza statale (art. 117 cost.).
Il 17 novembre 2022, il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, ha presentato alle regioni italiane la bozza di disegno di legge “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”.
Nella bozza di disegno di legge si evince un modello di federalismo regionale che non tiene conto delle enormi differenze oggi esistenti nelle diverse aree del Paese e soprattutto del divario in termini di ricchezza, infrastrutture e servizi che costringe prevalentemente i cittadini del Sud ad una qualità della vita nettamente inferiore rispetto alle aree più sviluppate del centro e del nord Italia, significherebbe certificare il dualismo (o la soppressione) dei diritti sociali e civili tanto faticosamente conquistati. (Odg contro l’Autonomia differenziata Congresso Arci 1-4 dicembre 2022)
Questo comporterà una vera e propria “secessione dei ricchi”: gestione di fondi ed egoismi territoriali di regioni più “forti” rischia di compromettere in modo irreparabile il principio di universalità dei diritti soprattutto in ambiti particolarmente delicati quali sono, ad esempio, quello sanitario e dell’istruzione.
Di importanza fondamentale sarà definire e garantire in tutto il territorio nazionale i livelli essenziali di prestazione (LEP) nei diversi campi, rispetto ai quali dal 2001, a seguito della riforma del titolo V° della Costituzione, esiste un vuoto normativo, come denunciato più volte dalla Corte Costituzionale. Ogni scelta deve inoltre essere definita con il consenso di tutte le regioni e i Comuni, perché non è accettabile che diritti fondamentali vengano riservati ad alcune regioni e ad altre no, che le risorse vengano differenziate a danno delle aree più deboli e in difficoltà del nostro paese. (dall’appello Coordinamento per la Democrazia Costituzionale)
Per questo Arci Campania è impegnata a diffondere l’informazione e costruire momenti di partecipazione sul territorio, ed invita a firmare la proposta del disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare di riforma del Titolo V avanzata dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale che può fermare la deriva verso la frantumazione sostanziale del paese. L’unità della Repubblica e l’eguaglianza dei diritti si difendono con la partecipazione e la mobilitazione di tutte le persone che vogliono un’Italia più giusta, unita e solidale. La riforma del testo costituzionale può creare condizioni migliori perché questa battaglia sia vinta.
Qui è possibile firmare per la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare “Modifica dell’art.116, comma 3, e dell’art. 117 commi 1,2 e 3 della Costituzione” tramite SPID.