Verso il XVIII Congresso Nazionale Arci, il 10 settembre si terrà l’Assemblea del Comitato Provinciale Arci Benevento. Per l’occasione abbiamo intervistato il presidente Fulvio Ianiro.
- Quali prospettive di lavoro avete elaborato per il prossimo mandato?
Sicuramente prospettive improntate allo sviluppo del comitato, già cresciuto tantissimo dal 2014 ad oggi. L’idea è quella di continuare ad ampliarci ancora, e allo stesso tempo aggregare e fare sviluppo associativo. La sfida di sviluppo è legata alla resistenza alla pandemia ma anche a caratteristiche più connesse al territorio della provincia, penso soprattutto allo spopolamento e all’emigrazione giovanile, fenomeni che abbiamo analizzato con il progetto “Torno spesso”.
Alla base di questo sviluppo c’è la diffusione dei valori che l’Arci Benevento da sempre porta avanti, in linea con quelli di Arci nazionale: valori non scontati di laicità, ma anche di socialità, mutualità, divertimento consapevole, aiuto, reciprocità, solidarietà. Seguiamo il dettato costituzionale e siamo e vogliamo essere un presidio laico e democratico per tutto il territorio.
Le giovani generazioni hanno bisogno di libertà di pensiero per esprimere la propria azione, di qualsiasi natura, che sia di volontariato culturale piuttosto che di attivazione sul territorio. C’è bisogno di spazio per consentire alle persone di esprimersi, e noi questo spazio vogliamo garantirlo: vogliamo creare le condizioni perché le persone si sentano motivate ad esprimere loro stesse. Tutto questo passa attraverso l’azione del comitato, ma soprattutto dei circoli che sono luoghi di prossimità su tutto il territorio, anche in piccole realtà della provincia.
- Come ha influito il periodo di pandemia sulle esigenze e le richieste dei circoli? In che modo incentivare le adesioni e promuovere i valori Arci?
La pandemia ha influito tantissimo sulle attività dei circoli: spesso questo ha significato la chiusura di basi associative che non sono riuscite a sostenere il peso economico della situazione. Nonostante ciò, abbiamo resistito e abbiamo mantenuto saldo e fermo il numero delle basi del nostro comitato. Il supporto del Ministero della Cultura è stato importante per la sopravvivenza dei circoli, finanziandone alcune spese. I ristori sono stati un elemento di respiro dopo un periodo difficile.
I circoli del territorio beneventano sopravvivono oggi in una rete consolidata, occupandosi di aspetti diversi tra loro, che vanno dalla cultura alla solidarietà, dall’assistenza ai soggetti fragili o svantaggiati all’aggregazione sociale. Un mondo che si è fatto strada sul territorio provinciale, silentemente ma lasciando traccia di sé in maniera molto concreta: una traccia di cosa significa essere Arci e un biglietto da visita per incentivare le adesioni e promuovere i nostri valori.
- A quali priorità l’Arci dovrà puntare nel prossimo periodo?
Abbiamo sfide importanti da affrontare: in questo periodo di passaggio, si aprirà una nuova pagina della nostra storia associativa a livello nazionale. Pandemia, guerra, riequilibrio delle forze di potere e dei governi: la società paga le conseguenze di determinate scelte. Quindi dobbiamo puntare nel prossimo periodo a mantenere salde le proprie posizioni, quelle di una associazione che, se da un lato vuole tenere insieme le persone, allo stesso tempo vuole valorizzare il singolo individuo in quanto tale.
Dobbiamo essere pronti ad affrontare battaglie legate all’incattivimento della società italiana: soprattutto in questo periodo di campagna elettorale, riprovevole per velocità, temi e leggerezza con cui si pesano le difficoltà che quotidianamente attanagliano la vita delle persone. Dobbiamo prepararci: i partiti politici hanno perso peso nell’elettorato, lo dimostra la forte astensione. Non è vero che i giovani non si interessano alla politica, come la narrazione dei media fa credere, ma è la politica che si disinteressa dei giovani, a partire dalla non applicazione del voto per i fuori sede.
Come soggetti intermedi abbiamo una grossa responsabilità: sfidare la politica, anche quella internazionale, ma rimanendo noi stessi. Mantenendo fermi e saldi i principi che hanno ispirato la nascita dell’Arci, possiamo sfidare il mondo di oggi tenendo al centro la cura e gli interessi della persona in quanto soggetto sociale, perchè la persona deve sentirsi tutelata, protetta e libera di esprimersi in un contesto che strumentalizza tutto. Vogliamo garantire la libertà in tutte le sue espressioni, orgogliosi e forti della nostra identità e valori.
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