Verso il XVIII Congresso Nazionale Arci, il 1 ottobre si terrà l’Assemblea del Comitato Provinciale Arci Avellino. Per l’occasione abbiamo intervistato il presidente Stefano Iandiorio.
Quali prospettive di lavoro avete elaborato per il prossimo mandato del Comitato provinciale?
Cinque anni fa abbiamo abbracciato un percorso di rinascita della nostra associazione. Partivamo da zero ma avevamo dalla nostra parte la voglia di fare, di ascoltare, di rincontrare le persone, di ricostruire e ritessere i legami con il territorio. Oggi, tra mille difficoltà (non ultima la pandemia), siamo riuscitə a rendere concreta questa avventura all’interno della nostra Irpinia e a costruire una identità forte di rete sul territorio, con tanti circoli, belli nella loro diversità ma ancor più belli nella loro opera corale.
Ora siamo prontə a mettere a sistema dell’intera comunità il patrimonio associativo che abbiamo costruito con tanto sacrificio in questi anni. L’Arci Avellino in questi anni ha avuto una crescita tumultuosa, basata sul volontariato e sull’extra time dedicato da moltə volontari al sostegno nella progettazione, nelle incombenze amministrative e in quelle politiche. Il principale sforzo del prossimo mandato sarà un impegno sul fronte organizzativo che possa mettere a sistema le competenze e il know how acquisito.
Come ha influito il periodo di pandemia sulle esigenze e le richieste dei circoli? In che modo incentivare le adesioni e promuovere i valori Arci?
A seguito della pandemia, oggi ci sono circoli che faticano a resistere, così come in tanti hanno dovuto chiudere le loro porte. Sarà compito di noi tuttə aiutare chi con sacrificio resiste, provando a rinnovare e rilanciare chi ha chiuso e supportare e accompagnare le nuove realtà a costituirsi ed entrare a far parte della nostra famiglia.
Il nostro lavoro di comitato provinciale, così come quello dei tanti circoli nati e cresciuti in questi anni, ci rimanda un insieme di professionalità di uomini e donne volontari che in questi anni è stato in grado di generare percorsi importanti in differenti campi, che siamo prontə a mettere a disposizione di chi vorrà avvicinarsi al mondo Arci. Abbiamo creato una solida micro comunità che sta generando piano piano servizi integrati di welfare di prossimità ma anche processi innovativi di economia di prossimità che si basano sul lavoro di co-programmazione e co-progettazione.
A quali priorità la nostra associazione dovrà puntare nel prossimo periodo?
Vogliamo un’associazione che supporti le tante realtà locali in cui troppo spesso si fatica a progettare la socialità. Vogliamo affrontare e farci portavoce di un cambiamento concreto sul tema dell’emergenza climatica, vogliamo impegnarci e tornare nelle piazze per promuovere la pace e il disarmo.
Vogliamo tornare ad essere riconosciutə come attori ed attrici di spazi di socialità: spazi in cui ogni giorno le persone si incontrano, condividono idee e passioni, si divertono e si impegnano per un mondo più giusto, prontə alle nuove sfide che si presenteranno, spazi in cui il protagonismo, la partecipazione, l’incontro e collaborazione possano realmente promuovere il benessere sociale e lo sviluppo delle comunità. Vogliamo agire il cambiamento.
Per approfondire: